Isola Nera è una storia raccontata attraverso gli occhi meravigliati di una ragazza bianca, Susana, che va scoprendo l'insolito mondo africano.
La storia si svolge durante gli ultimi anni del colonialismo spagnolo in Africa, precisamente nella Guinea Equatoriale, tra il 1950 e il 1961.
Dopo l'arrivo nell'isola, inizia la storia della sua amicizia con una ragazza nera della sua età, Rita, amicizia piena di fascino e di avventure, di difficoltà e di sospetti, di spirito e di dolcezza, di incontri e separazioni, che culminano quando l'arrivo di un uomo nella loro vita, Diego, provoca la rottura definitiva tra le due amiche, già sul punto di compiere vent'anni.
Il matrimonio della ragazza negra con un uomo bianco, il primo di questo tipo che ha luogo nella colonia, segna la fine di un'epoca e l'inizio della fine della società coloniale.
Sullo sfondo di tutta questa storia, al di là del risveglio alla vita di due adolescenti, le loro contraddizioni, lo scontro tra due concezioni morali, o le dispute amorose e politiche, si trova il tema dell'amore impossibile, se così si può chiamarlo, tra Europa ed Africa. Rappresentato nella difficoltà di comprensione tra due culture, quella europea e quella africana, alle quali appartengono ciascuna delle due amiche.
E la contradditoria realtà di una progressiva "africanizzazione" della ragazza bianca, di fronte alla "europeizzazione" di una africana che, nel trasformarsi in donna, ripudia di fatto le proprie origini.
Al compiere dei vent'anni, Susanna abbandonerà per sempre l'Africa nel mezzo delle convulsioni della decolonizzazione. Del suo amore per Rita, per Diego e per l'isola dove si è fatta donna rimarrà solo il nostalgico ricordo.
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